Ruggero Maccari è noto soprattutto come sceneggiatore cinematografico, attivo tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso. In Radio ha espresso una singolare visione del racconto e una capacità pressoché unica, al pari dei più grandi radiodrammaturghi.
Ruggero Maccari nacque a Roma il 28 giugno 1919. Il suo apporto al cinema italiano in qualità di sceneggiatore rimane indispensabile per la nascita, il configurarsi e l’evolversi della commedia all’italiana.
L’universo che ispirava Maccari era insieme immaginario e di minuziosa notazione realistica. Osservatore caustico e coinvolgente di vizi e virtù di noi italiani, collaborò con Aldo Fabrizi, Pietrangeli ed Ettore Scola.
Il Cinema di Ruggero Maccari
Il suo lavoro cinematografico è riconosciuto come fondamentale da tutti i grandi cineasti italiani che considerano il suo tratto e il suo occhio imprescindibile per scrivere storie con un linguaggio ironico e caustico.
Tra i premi ottenuti in carriera da Maccari ricordiamo i suoi molti Nastri d’argento (nel 1966 per “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli, nel 1977 per “Una giornata particolare”, nel 1981 per “Passione d’amore”, e ancora nel 1987 per “La famiglia”, anche David di Donatello, gli ultimi citati tutti con la regia di Ettore Scola).
Nel 1976 la sceneggiatura di “Profumo di donna” (1974, regia di Dino Risi) ottenne la nomination all’Oscar.
Le origini di Ruggero Maccari
Ruggero Maccari viene dal mondo dei giornali satirici (“Il Marco Aurelio”, “Il Travaso”), dove affina il gusto della caricatura e del paradosso umoristico.
Maccari ha scritto molto anche per il Varietà, l’Avanspettacolo e il Teatro di rivista, sprigionando sempre un apporto surrealista ma sempre centrato sull’uomo, pur piccolo e medio borghese che fosse.
Tralasciando qui di elencare la grande produzione di Maccari per il Cinema, serve però sottolineare che lo sceneggiatore romano rese a suo modo grandi sia registi sia interpreti che oggi portiamo a modello della Commedia all’italiana: Carlo Dapporto, Nino Taranto, Erminio Macario, Tino Scotti, , Aldo Fabrizi e poi anche Alberto Sordi e Vittorio Gassman…
La scrittura di Ruggero Maccari fu amara, più realisticamente attenta ai cambiamenti sociali e alle storture e ipocrisie di una vita civile che si stava trasformando e teneva il passo con i fenomeni economici e di costume quali il Boom economico degli anni ’60 e le nuove leve morali sul sesso. Tutti temi che incidevano sul quotidiano della classe media.
(da Treccani.it)
Negli ultimi suoi anni di vita fu ancora grande nel costruire narrazioni avvincenti e amare: “Brutti, sporchi e cattivi” (1976), “Una giornata particolare”, “Ballando ballando” (1983), “Maccheroni” (1985), “La famiglia” (1987).
L’ultima sceneggiatura di Maccari fu “Piccoli equivoci” (1989), che lanciò un giovane Ricky Tognazzi, oltre a omaggiare la lezione della grande commedia all’italiana.
Ruggero Maccari in Radio
Suo primo amore, grande banco di prova per il suo stile narrativo del tutto nuovo (spesso sperimentale) fu la Radio. Un elenco parziale delle opere scritte da Ruggero Maccari per il mezzo radiofonico è compreso qui di seguito:
- Città di tutto il mondo, impressioni di viaggio di Fellini e Maccari, 25 luglio 1940
- Mancava il finale, rivista di Fellini e Maccari, regia di Nunzio Filogamo, 19 dicembre 1940
- Il negozio della felicità, rivista, regia di Tito Angeletti, 14 marzo 1941
- Vuoi sognar con me?, rivista di Fellini e Maccari, regia di Nunzio Filogamo, 24 aprile 1941
- Una notte cadde una stellina, rivista di Fellini e Maccari, regia di Nunzio Filogamo, 22 maggio 1941
- Se, per ipotesi…, rivista, regia di Tito Angeletti, 9 agosto 1941
- Notturno, fantasia di Fellini e Maccari, 31 ottobre 1941
- Un’ora di ritardo, scenette di Fellini e Maccari, regia di Riccardo Massucci, 6 novembre 1941
- Laggiù nella piazzetta, fantasia di Fellini e Maccari, 2 dicembre 1941
- La rivista sotto il tovagliolo, fantasia natalizia di Fellini e Maccari, regia di Nunzio Filogamo, 25 dicembre 1941
- Evviva la pioggia, fantasia musicale, regia di Nunzio Filogamo, 25 aprile 1942
- Evviva i libri, rivista, regia di Guido Barbarisi, 27 febbraio 1943