L’Approdo fu una delle rubriche di Letteratura, Arte, Teatro, Cinema e finanche di Storia, più illustri della storia della Radio Italiana. Nata da un’idea di Adriano Seroni e Leone Piccioni, vide la luce alla sede Rai di Firenze lunedì 3 dicembre del 1945, alle ore 19.30, e andò in onda fino al 27 giugno 1977, per un totale di oltre 1.700 puntate.
L’obiettivo de “L’approdo” che animava gli autori Adriano Seroni e Leone Piccioni, era quello di dare un porto, uno spazio si direbbe oggi, dunque un approdo, alla letteratura e all’arte italiana. Durante il programma ospiti e curatori/conduttori lavoravano insieme e soprattutto alimentavano un rinnovamento morale e la rinascita culturale del nostro Paese.
Tutto ciò avvenne nel Palazzo delle Cento Finestre a Firenze, la sede storica prima del trasferimento nel rione di Bellariva, sempre a Firenze. Terminata la guerra mondiale, i programmi erano appena sufficienti per coprire il palinsesto dell’intera giornata. Mancava però ancora un intervento sulla Cultura in generale. Sarebbe dovuto essere breve, calcolando il tasso di analfabetismo e il basso grado di scolarizzazione in Italia.
Fu una mezz’ora ricca e ridondante di cultura e di passione: per la narrativa e la poesia, per l’arte figurativa e per la musica. Il programma riuscì a cooperare con le Istituzioni nella ripresa della diffusione culturale italiana. Firenze fu scelta anche per questa ragione: una volta di più, come coordinata di riferimento. Il percorso, poi, determinò un cambiamento di ruolo del mezzo radiofonico che doveva svolgere una funzione nuova rispetto a quella imposta dal passato regime fascista. Altro punto fondamentale a disposizione di Adriano Seroni e Leone Piccioni, fu portare al microfono voci nuove accanto a meno nuove: gli artisti e intellettuali fino a allora emarginati per ragioni politiche o etnico-religiose, ebbero l’opportunità di trasmettere le proprie idee in fatto di arte e cultura.
Fu un successo inaspettato, soprattutto perché il programma nacque un po’ alla Garibaldina. I mezzi e le risorse umane e economiche erano molto ridotte, il destinatario era ancora insondabile via per i limitati strumenti di marketing di allora, sia per la presenza di spirito che dopo una tragedia come quella della Seconda Guerra Mondiale, veniva rivolta più ai fatti materiali, alle prime necessità e non alla cultura e all’arte.
Ma la trasmissione costruì una forte identità, raccolse intorno a sé l’interesse degli ascoltatori, della stampa e degli intellettuali, e riuscì a ottenere il meritato successo. Trenta due anni di trasmissioni, dal ’45 al ’77 e comitati direttivi che compresero intellettuali e artisti di grande rilevanza nella vita culturale italiana e internazionale: Riccardo Bacchelli, Emilio Cecchi, Giuseppe De Robertis, Nicola Lisi, Roberto Longhi, Giuseppe Ungaretti, Diego Valeri, Gianfranco Contini, Saba, Bigongiari, Eugenio Montale…
Spin off
Nacquero due riviste (che oggi chiameremo spin off del programma radiofonico), un nuovo format intitolato “L’approdo dei Bibliofili”, che nel 1950 era dedicato in modo specifico al mondo dei libri con conversazioni, quiz e curiosità, e una versione televisiva, meno longeva che in Radio, andata in onda con il sottotitolo “Settimanale di lettere e arti”.