Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) prestò attenzione e sensibilità per i nuovi mezzi di comunicazione: Radio e Aeroplano. Della Radio ebbe perfino un giudizio negativo per la sua poca… virilità.
Secondo Marinetti, in Radio si ascoltavano fin troppo spesso voci femminili e canterine e, così, la definì “Radia”.
La vita
Filippo Tommaso Marinetti fu l’inventore del prototipo dell’avanguardia storica. Nasce ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876, secondogenito dell’avvocato civilista Enrico Marinetti e di Amalia Grolli.
Alcuni anni dopo, la famiglia torna in Italia, trasferendosi da Parigi a Genova e poi si stabilisce a Milano.
Fin da giovanissimi i fratelli Marinetti manifestano uno smisurato amore per le lettere e un temperamento esuberante. Conseguito il baccalaureato a Parigi, Filippo Tommaso s’iscrive alla facoltà di Legge di Pavia, che già frequenta il fratello maggiore Leone.
Proprio suo fratello, però, muore nel 1897 a soli 22 anni per una grave patologia cardiaca.
L’11 febbraio 1909 Marinetti lancia il Manifesto del Futurismo dalla prima pagina di Le Figaro di Parigi.
I manifesti di Marinetti
Scrittore e poeta cosmopolita formatosi alla scuola romantica e simbolista, inventore della poesia parolibera, personaggio polemico, mecenate, animatore instancabile e leader prestigioso del Movimento. Filippo Tommaso Marinetti fu anche ispiratore e firmatario di numerosi manifesti che toccano tutti i settori delle arti: dalla pittura murale, alla musica, alla cucina, alla fotografia, fino alla architettura.
Filippo Tommaso Marinetti diviene Accademico d’Italia nel 1929 e nel 1934 firma il Manifesto futurista dell’architettura aerea con Mazzoni e Somenzi.