Ernesto Calindri nacque a Certaldo, patria di Boccaccio, il 5 febbraio1909. Figlio degli attori Manlio Calindri e Egloge Felletti, rispettò la tradizione di famiglia e fu uno dei più grandi attori del Teatro, della Radio e della Televisione in Italia.
Gli esordi
Ernesto Calindri diventò attore prima della seconda guerra mondiale anche grazie alla sua famiglia benestante e colta. Da giovane conobbe i grandi maestri di spettacolo e il suo rapporto con gli spettatori del Teatro e poi con quelli della Radio, del Cinema e della TV fu da subito molto naturale per lui.
Ricordato soprattutto per l’eleganza e lo humour garbato, Calindri resta tra i maggiori interpreti della commedia brillante dell’Italia del dopoguerra.
Il suo stile da gentiluomo d’altri tempi lo portò a essere l’interprete ideale delle commedie sentimentali degli anni Trenta. Poi lo divenne di Shakespeare, Molière e di Pirandello. Particolare predilezione la riservò per “Pensaci, Giacomino”, che riprese più volte anche negli ultimi anni della sua carriera.
Proprio mentre recitava questa commedia, il 17 febbraio 1992, gli giunse dal presidente Scalfaro la nomina a Cavalier della Gran Croce, per i suoi 65 anni di teatro.
Ernesto Calindri in Televisione
L’attore di Certaldo fu sempre molto presente in TV, soprattutto in Carosello. Qui lasciò il segno con le sue scenette in cui sosteneva che l’amaro al carciofo faceva bene perché… “contro il logorio della vita moderna!”.
Bere un aperitivo, seduto a un tavolino in mezzo a una piazza ben trafficata di una grande città, con le macchine che sfrecciano intorno, non fu mai così tranquillizzante e divertente. Almeno così fu per chi viveva l’epoca d’oro dei lunghissimi spot del Carosello Rai dagli anni ’50 a fine ’70.
In TV Ernesto Calindri portò soprattutto il Teatro: nel “Venerdì della prosa” e con qualche evasione, ma anche nel varietà del “Signore delle ventuno” nel 1962. In Teatro festeggiò il suo novantesimo compleanno, spegnendo le candeline (come faceva di consueto ogni anno fino in veneranda età) nel camerino insieme agli attori della sua Compagnia.
In prosa radiofonica
Comunque dobbiamo ricordare le mitiche interpretazioni di prosa che Calindri ha fatto per la Radio.
Tra queste: “Il bugiardo” di Carlo Goldoni, con la regia di Renato Simoni, trasmessa il 25 luglio 1937. Quindi anche “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, con la regia di Guido Salvini, trasmessa il 1 agosto 1937. E, rimanendo tra le interpretazioni più conosciute di Calindri, anche “Come tu mi vuoi” di Luigi Pirandello, trasmessa il 21 gennaio 1941 sempre in EIAR.
La sua voce riscaldò il cuore, emozionò tanti radio ascoltatori e acquistò un consenso e un successo oltre ogni aspettativa per i dirigenti della neonata RAI.
Speciale Calindri su RADIO RAI Techetè
La Rai ha dedicato a Ernesto Calindri, scomparso nel 1999 a Milano, uno speciale a cura di Elisabetta De Toma. Qui è possibile ascoltare alcune interviste di Idalberto Fei all’ indimenticabile interprete della commedia brillante italiana.
https://www.raiplayradio.it/audio/2017/02/Calindri-limportanza-di-chiamarsi-Ernesto–41ac1d0f-f1b6-417e-a5f2-0d9418888a34.html
Radio Techetè ripropone in “Invito a Teatro” la rubrica “L’ importanza di chiamarsi Ernesto“, realizzata da Idalberto Fei nel 1997 per ricordare Ernesto Calindri. Sono sei straordinarie commedie interpretate per la Radio negli anni ‘50 e ’60, che videro l’attore protagonista insieme a noti attori teatrali del tempo.
Si inizierà con “Il petto e la coscia“, atto unico di Indro Montanelli con Ernesto Calindri e Bianca Toccafondi registrata a Milano nel 1967 con la regia di Maner Lualdi e con “La moglie ingenua e il marito malato” di Achille Campanile con Ernesto Calindri e Alberto Lionello registrata nel 1956 con la Compagnia di Prosa di Firenze della Radiotelevisione Italiana con la regia di Umberto Benedetto.
Poi è la volta di “Bla,bla,bla” di Marcello Marchesi registrata nel 1967 per la regia di Maner Lualdi con Ernesto Calindri e Maria Grazia Manescalchi, e dell’atto unico “I due timidi” di Eugene Labiche con Ernesto Calindri e Sergio Tofano in una registrazione della Rai di Milano del 1954 per la regia di Enzo Convalli.
Si termina con “Sogno ad occhi aperti di una notte di mezza estate” di Achille Campanile con Ernesto Calindri, Marisa Bartoli ed Ennio Balbo registrata nel 1967 con la regia di Maner Lualdi e con “Boubouroche” di Georges Courteline con Ernesto Calindri e Paola Bacci e la regia di Alessandro Brissoni.