Nel prezioso saggio “Radiodramma e arte radiofonica” di Angela Ida De Benedictis (ed EDT, 2004), l’autrice dà una prima definizione e opera una prima grande classificazione del Radiodramma. L’approccio è per suoni e musica, al di là delle nomenclature degli addetti ai lavori. Il radiodramma è la forma di espressione acustica composta di parole, musica, canto, effetti sonori naturali e artificiali, rumori e silenzio. Ma poi ci sono le strutture che li comprendono… e qui vale bene soffermarsi sull’analisi della De Benedictis.
Gli elementi di un radiodramma (parole, musica, canto, effetti sonori naturali e artificiali, rumori e silenzio) possono giustapporsi in modo lineare oppure per multi-layer, sovrapponendosi.
Le componenti dell’insieme fanno sì che il messaggio possa essere trasmesso dalle parole attraverso la voce, dalla musica (e suoni) per mezzo di strumenti elettronici o elettroacustici (a oggi sono utilizzati software specializzati in editing audio), oppure dal silenzio…
Anche il silenzio, spazio di elaborazione per l’immaginario dell’ascoltatore, vale come strumento per comunicare un’opera nell’arte radiofonica!
Prima classificazione del Radiodramma
Nell’ideale piramide classificatoria individuata e analizzata, Angela Ida De Benedictis divide l’insieme radiodramma in due grandi categorie dell’Adattamento e dell’Originale. Applicando questa bipartizione ai principali livelli che formano l’unità radiodrammatica (testo e musica), si ottengono le seguenti possibilità: