Erodoto diceva che gli Dèi abbattono gli uomini che suscitano la loro invidia. Li colpiscono perché hanno superato i limiti umani, perché si sono avvicinati troppo al divino, alla fama eterna, alla felicità, al compimento. Giancarlo Antognoni, la luce, l’unico 10 viola: l’uomo che superò l’invidia degli Dèi!
Se per la cabala il 10 è sinonimo di pace e di gioia, allora, se quel numero lo vedi indossare da un uomo giusto come Giancarlo Antognoni, ti senti in Paradiso! La storia dell’unico numero 10 viola, che fu invidiato perfino dagli Dèi, inizia nell’estate del 1972.
È appena uscito in sala l’ultimo film della Fenech “Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda”. Il presidente Ugolino Ugolini, nome da personaggio della Divina Commedia, chiama al telefono l’allenatore svedese Niels Liedholm, che tutti chiamano il Barone. Gli chiede di fare un salto da lui a Forte dei Marmi. Lì vicino, nel ritiro della Nazionale juniores, c’è un ragazzo che gioca davvero bene a pallone…
Gli dice anche che al Forte c’è una bella spiaggia con la sabbia fine. Ci sono le automobiline che girano intorno alla piazza e un bel cinema all’aperto. Quella sera danno proprio “Quel gran pezzo dell’Ubalda”!
Liedholm lo sa: sa che nella Nazionale juniores è stato convocato un ragazzo che ha movenze alla Gianni Rivera e il tiro di Gigi Riva. E forse sa anche della Fenech, quindi accetta l’invito del presidente e parte.
Giancarlo Antognoni dicono abbia anche il mento con un buchino in mezzo. A quel tempo le mamme lo dicevano sempre: “Se non mi viene un figlio con il buco nel mento, lo faccio stare con il dito lì finchè non gli spunta!”.
Sì, perché il buco nel mento è un simbolo di bellezza e poi questo giovane principe ha anche gli occhi aperti e grandi che sembrano guardare sempre un punto lontano, lontanissimo, nel cielo, tra le stelle…
Antognoni: il 10 invidiato dagli Dei (parte 1):
Antognoni: il 10 invidiato dagli Dei (parte 2):