Giorgio Bandini, è stato autore e regista radiofonico televisivo e teatrale. Tra i maestri del documentario radiofonico italiano degli anni Sessanta e Settanta e in particolare della docufiction. Insieme a Giorgio Pressburger, viene citato come autore più innovativo dagli studiosi della radio e dei suoi generi, Peppino Ortoleva, Barbara Scaramucci, Andrea Amato.
Come maestro del teatro radiofonico fu coinvolto da Luca Ronconi nel ciclo “Teatri alla radio” nel 1997 per Radiotre Rai. Tra le sue regie di prosa radiofonica “Il maniscalco” di Pietro Aretino, nel 1961, con Gianni Bonagura, Corrado Pani, Paolo Stoppa, Nando Gazzolo, Lilla Brignone, Alessandro Sperlì.
Di formazione teatrale, Gorgio Bandini dopo il diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico aveva lavorato con Luchino Visconti e la Compagnia dei Giovani. Vincitore del Premio Barcellona per il teatro, viene considerato tra i registi che hanno fatto la storia della radio italiana nonché l’inventore del radiodramma. Autore eclettico, operò una profonda rottura con i tradizionali generi radiofonici.
La sua opera prima è nel 1966 “Il guerriero scomparso o dell’evoluzione”, docufiction sul viaggio di un giovane siciliano emigrante verso il nord Italia: Bandini realizzò il docudrama radiofonico sul campo, viaggiando con un tecnico sui treni degli emigranti, registrando voci, dialetti, rumori, poi montati in alternanza alle parti recitate. Il radiodramma “Nostra casa disumana”, vinse il Premio Italia nel 1968 e venne portato anche sullo schermo televisivo dallo stesso Bandini nel 1977. Sempre nel 1977 iniziò la direzione delle opere che compongono il suo teatro televisivo. Tra gli altri lavori, i quattro episodi de “La signorina ciminiera nella città vampira”, con Flavio Bucci, Micaela Pignatelli, Alessandro Haber.
La registrazione di quattro episodi – atti unici si concluse nel giugno del 1977. Il quinto era previsto per settembre e aveva per titolo “La signorina ciminiera nella città vampira”, ma non è stato mai registrato. I tre interpreti principali erano sempre gli stessi Bucci, Pignatelli e Haber. Bandini dichiarò così i suoi intenti: «Questi racconti, essendo popolati da fantasmi e vampiri dovrebbero appartenere al filone nero, cioè ispirare orrore e paura. Invece non risulteranno del tutto neri perché sono trattati con ironia».
Giorgio Bandini è morto il 13 novembre 2014 nella sua Teramo.